In questo periodo la maggior parte delle persone in Italia sta cercando, con notevoli sforzi, di attenersi alle indicazioni fornite dal governo per il contenimento dell’epidemia di corona virus. Si sono però riscontrate numerose trasgressioni da parte di singoli o gruppi che, per ragioni più o meno comprensibili, hanno ignorato bellamente queste indicazioni.
Non c’è film apocalittico hollywodiano che si rispetti senza la scena dove i componenti dell’equipaggio fuggono in preda al panico, e a causa della propria reazione esagerata e della mancanza di razionalità finiscono per causare la propria rovina. Di certo il panico non si trova solo nei film e nei romanzi. Il panico domina i reportage dei media nel descrivere i comportamenti delle persone durante le calamità . L’epidemia di coronavirus in corso non fa eccezione, basti pensare al “panico dell’acquisto”.
La vita all’interno dei gruppi soddisfa dei bisogni fondamentali come quello di protezione e di approvvigionamento; ed è proprio questo appagamento che ha spinto e che spinge gli esseri umani ad aggregarsi. Tuttavia, nel corso dell’evoluzione, l’appartenenza a un gruppo sociale ha assunto anche fondamentali significati psicologici.
Ci sono molte lezioni che possiamo imparare dalla gestione di situazioni di emergenza come quella creata dalla diffusione del COVID19. Tra queste, una è il fatto che dovremmo fidarci di chi ha una certa autorità in materia, in questo caso in materia di salute pubblica, epidemiologia, virologia: in pratica, degli scienziati.
L’epidemia di COVID-19 in Italia sta avanzando rapidamente, mentre il governo mette in campo un’azione di contenimento progressivamente più aggressiva, per tentare di scongiurare la saturazione delle risorse del sistema sanitario nazionale (SSN). In questa fase dell’emergenza epidemica, la cooperazione da parte dei cittadini è fondamentale per il successo di queste misure. Purtroppo, l’adesione alle direttive è molto variabile da regione a regione, e ben lungi dall’essere completa.