L’esplosione della pandemia di Covid-19 ha messo tutti noi di fronte a nuove incertezze, forzandoci a convivenze prolungate o a faticose distanze. Il Covid-19 ha messo tutti alla prova nella gestione dell’emergenza, tra cautele individuali, raccomandazioni sanitarie, decreti governativi e la più o meno precaria gestione del nostro benessere psicologico.
L’emergenza sanitaria e le relative misure di sicurezza stanno mettendo duramente alla prova l’equilibrio psicologico degli italiani e ciò può comportare forme di disagio che spaziano dalla psicopatologia a crisi nei rapporti interpersonali.
Tra le insorgenze psicopatologiche più comuni assistiamo ad attacchi di panico scambiati per crisi respiratorie, forme fobiche – ossessive sul tema contagio con compulsioni alla pulizia, depressioni, ansia generalizzata, sintomi post – traumatici.
In questi giorni molti italiani si trovano a gestire tempi vuoti e solitudine, ma paradossalmente nello stesso tempo una buona fetta di persone si trovano nel perimetro stretto del loro appartamento di città a condividere spazi e tempi con datore di lavoro, coniuge e figli.
E in questa situazione il senso di mancanza d’aria che alcune e alcuni potrebbero avvertire non deriva dal contagio avvenuto dal virus, ma da quella che io chiamerei un fenomeno di compressione identitaria.
In questi giorni complessi di quarantena, spesso abbiamo visto scorrere nei media italiani immagini di persone che fanno jogging o che affollano i parchi nonostante le indicazioni di restare a casa. Abbiamo bene in mente le immagini delle persone meridionali nelle stazioni ferroviarie di Milano che si sono riversate in massa nelle regioni del sud per raggiungere la propria famiglia. La descrizione mediatica colma di disapprovazione, così come la reazione ridicolizzante e sprezzante che ne è seguita, è altrettanto nota.
La vita all’interno dei gruppi soddisfa dei bisogni fondamentali come quello di protezione e di approvvigionamento; ed è proprio questo appagamento che ha spinto e che spinge gli esseri umani ad aggregarsi. Tuttavia, nel corso dell’evoluzione, l’appartenenza a un gruppo sociale ha assunto anche fondamentali significati psicologici.