Scopo raggiunto? Il ruolo degli obiettivi sessuali nell’influenzare percezioni e atteggiamenti delle donne nelle relazioni sessualmente oggettivanti

È sabato sera, sei appoggiata/o al bancone del bar e stai parlando per la prima volta con una persona che trovi molto attraente. Volevi catturare la sua attenzione e ci sei riuscita/o. I suoi sguardi sono diretti al tuo corpo, gli piace e te lo dice apertamente. Come ti sentiresti in questa situazione? Come ti comporteresti? Ora, proviamo a immaginare uno scenario simile. Questa volta, però, ti si avvicina una persona alla quale non sei interessata/o e di cui non volevi attirare l’attenzione. Sei uscita/o con il tuo gruppo di amiche e amici e desideravi passare la serata assieme a loro. La persona, invece, si avvicina a te, inizia a guardare il tuo corpo e si complimenta per il tuo aspetto. In questa situazione, come ti sentiresti? Proveresti le stesse sensazioni e reagiresti come nello scenario precedente? Probabilmente no, e il motivo potrebbe essere legato a ciò che volevi ottenere in quella serata, ossia, catturare l’attenzione della persona (scenario 1) o passare una serata in compagnia del tuo gruppo di amiche e amici (scenario 2). Gli sguardi e gli apprezzamenti diretti al corpo che abbiamo accennato nei due scenari presentati rientrano in quelle definite forme sottili di oggettivazione sessuale (si veda il Glossario, per una definizione), un fenomeno tale per cui una persona viene ridotta a mero oggetto sessuale (Pacilli, 2014; Pecini et al., 2023; Ward et al., 2023). Quando oggettivato sessualmente, il target non viene percepito più, quindi, come persona ma come un insieme di parti del corpo che servono esclusivamente a soddisfare i fini sessuali altrui (Bartky, 1990). L’oggettivazione sessuale è un fenomeno molto pervasivo, almeno nelle società Occidentali, influenzate ancora fortemente da un modello patriarcale nei rapporti di genere. Il fenomeno, di per sé, può riguardare entrambi i generi (Davids et al., 2019), ma è strettamente legato all’esperienza del corpo femminile (Fredrickson & Roberts, 1997). Per questo motivo, nel presente contributo, ci siamo concentrate/i sull’oggettivazione sessuale perpetrata dagli uomini e diretta verso le donne.L’oggettivazione sessuale delle donne non è esente da conseguenze (Roberts et al., 2018). Infatti, in letteratura, numerosi studi hanno dimostrato come l’oggettivazione sessuale sia associata a una minore attribuzione al target di competenza, moralità, calore e intelligenza (Loughnan & Pacilli, 2014). Inoltre, l’oggettivazione sessuale delle donne è associata a una maggiore giustificazione della violenza di genere (Gervais & Eagan, 2017; Pecini et al., 2023; Zurbriggen, 2013) e a una più alta accettazione dei miti dello stupro (Loughnan et al., 2013). Secondo la teoria dell’oggettivazione sessuale di Barbara Fredrickson e Tomi-Ann Roberts (1997), l’oggettivazione sessuale è un fenomeno che si concretizza principalmente in due ambiti: a) quello dei media attraverso, ad esempio, una rappresentazione delle donne focalizzata prevalentemente o esclusivamente sui loro attributi sessuali o sulla loro attrattività fisica, e b) quello delle relazioni sociali. In questo contributo, ci focalizzeremo su quest’ultimo ambito in particolare. Nel contesto delle relazioni sociali, l’oggettivazione sessuale si può manifestare attraverso una moltitudine di comportamenti e atteggiamenti, che possiamo porre lungo un continuum che va dalle forme più sottili di oggettivazione sessuale, fino alle manifestazioni più estreme, come stupri e violenze sessuali (Gervais & Eagan, 2017). Le forme più sottili di oggettivazione sessuale includono comportamenti come, ad esempio, sguardi oggettivanti (si veda il Glossario, per una definizione) o commenti espliciti rivolti al corpo della persona o ad alcune sue parti. La ricerca suggerisce come queste forme sottili di oggettivazione sessuale sono quelle più comuni che le donne incontrano quotidianamente e in diversi contesti sociali (Fredrickson & Roberts, 1997; Holland et al., 2017). Anche queste forme sottili di oggettivazione possono avere delle conseguenze negative per il benessere delle donne; infatti, sono associate a una maggiore interiorizzazione dell’oggettivazione, un processo definito auto-oggettivazione (si veda il Glossario, per una definizione; Calogero, 2011; McKinley & Hyde, 1996; Riemer et al., 2021), a maggiore sorveglianza e vergogna per il proprio aspetto fisico e a una minore autostima (Gervais et al., 2020). Alcune ricerche, sempre nell’ambito dell’oggettivazione sessuale negli scambi interpersonali, hanno mostrato che, quando le donne interagiscono con un partner che le oggettiva sessualmente (ad es., attraverso lo sguardo oggettivante o commenti rivolti al corpo), lo scambio sociale viene giudicato meno piacevole (Sáez et al., 2021) e autentico (Garcia et al., 2016). Accanto a questa serie di studi che evidenzia le conseguenze negative dell’oggettivazione sessuale all’interno delle relazioni sociali, vi sono alcune ricerche che riportano risultati meno intuitivi. Ad esempio, in uno studio condotto da Sarah Gervais e dal suo gruppo di ricerca (2011), è emerso come donne che ricevevano sguardi oggettivanti dalla persona con cui interagivano riportavano, accanto a tutti gli effetti negativi generalmente associati all’oggettivazione sessuale nelle relazioni sociali (ad es., maggiore auto-oggettivazione, maggiore vergogna per il corpo, minore performance), un maggiore desiderio di continuare a interagire con quella persona. Sorge, quindi, spontanea la domanda sul perché una donna vorrebbe continuare a interagire con una persona che, nei suoi confronti, ha messo in atto comportamenti svalutanti. Un recente modello teorico proposto da Gervais e dalle sue collaboratrici e collaboratori (2020), chiamato Social Interaction Model of Objectification (SIMO), evidenzia come esistano una moltitudine di fattori (individuali, interpersonali, sociali) in grado di modellare la percezione e le intenzioni comportamentali delle donne che si vedono coinvolte in scambi sessualmente oggettivanti con degli uomini. Ad esempio, dal momento che, come abbiamo detto, all’interno delle società occidentali, l’oggettivazione femminile non solo è normalizzata, ma anche incoraggiata, può essere che le donne stesse siano portate ad accettare l’oggettivazione sessuale come una parte normale delle interazioni sociali, auto-oggettivandosi e basando, quindi, la loro autostima sul modo in cui sono percepite dagli uomini, portandole a cercare approvazione attraverso relazioni sessualmente oggettivanti. Inoltre, alcune donne potrebbero ritrovarsi all’interno di relazioni in cui alcune dinamiche di potere sbilanciate impediscono loro di interrompere interazioni oggettivanti (ad es., relazioni lavorative o relazioni in cui se la donna attuasse un comportamento assertivo potrebbe subire conseguenze negative). Il SIMO suggerisce, inoltre, che gli obiettivi sessuali delle persone coinvolte nella relazione oggettivante e la loro (non) compatibilità abbiano un ruolo fondamentale nell’influenzare la percezione della relazione e le intenzioni comportamentali dei soggetti. In particolare, nella società occidentale l’attivazione dei goal sessuali negli uomini può concretizzarsi con la messa in atto di comportamenti sessualmente oggettivanti. Diversamente, nelle donne l’attivazione di obiettivi sessuali si manifesta principalmente attraverso l’attuazione di comportamenti auto-oggettivanti e di controllo del proprio aspetto fisico. Secondo il SIMO, se entrambe le persone coinvolte nello scambio hanno degli obiettivi sessuali attivi (condizione di compatibilità degli obiettivi sessuali) allora la relazione verrà percepita in maniera positiva: in particolare, i benefici dello stare nello scambio supereranno i costi. Diversamente, in una condizione di incompatibilità degli obiettivi sessuali come quella descritta nel secondo scenario dell’introduzione a questo articolo, dove gli obiettivi sessuali dell’uomo non erano “compatibili” con quelli di una persona il cui obiettivo era invece quello di passare del tempo con le amiche e gli amici, i costi supereranno i benefici e quindi l’interazione sarà percepita come negativa. Il SIMO evidenzia, quindi, l’effetto della compatibilità (o incompatibilità) dei goal sessuali sui costi e i benefici dello stare in uno scambio sessualmente oggettivante. L’analisi costi-benefici (si veda il Glossario, per una definizione) è un meccanismo cognitivo il cui esito, a seguito di uno scambio sessualmente oggettivante, risulta cruciale. Se i benefici percepiti superano i costi, è più probabile che la persona scelga di rimanere nell’interazione e che desideri una maggiore vicinanza con la persona con cui interagisce. Diversamente, se sono i costi percepiti a superare i benefici, la persona sarà più incline a terminare l’interazione e, di conseguenza, a distanziarsi dall’altro individuo. La relazione tra compatibilità e incompatibilità degli obiettivi sessuali, analisi costi-benefici e intenzioni comportamentali (ossia rimanere o terminare l’interazione) era stata, però, finora proposta solo a livello teorico. In una recente ricerca (Pecini et al., 2023), abbiamo testato i presupposti del SIMO chiedendo a delle partecipanti di immaginare uno scambio sociale con un uomo dagli obiettivi sessuali attivi che metteva in atto, nei loro confronti, una serie di comportamenti oggettivanti a livello sessuale (ad es., sguardi sessualizzanti, commenti sul corpo). I risultati hanno confermato come l’interazione tra l’attivazione e la (in)compatibilità dei propri obiettivi sessuali con quelli dell’interagente abbiano effetti sulla percezione della relazione stessa e sulle relative intenzioni comportamentali. Infatti, i risultati hanno dimostrato che, in caso di attivazione di obiettivi sessuali sia nella donna sia nell’uomo (ossia, condizione di compatibilità), le partecipanti percepivano “conveniente” (ossia, benefici > costi) rimanere nello scambio sociale riportando, come conseguenza, anche maggiori intenzioni a proseguire tale relazione. Alla luce di questi risultati, possiamo tentare una prima risposta alla domanda di ricerca che ha motivato questi studi: come mai, a fronte di tutte le conseguenze negative associate all’oggettivazione sessuale nelle relazioni sociali, le donne, in alcuni casi, desiderano proseguire un’interazione con un uomo che mette in atto comportamenti sessualmente oggettivanti? Dai dati ottenuti da questa ricerca, sembrerebbe che il ruolo degli obiettivi sessuali possa andare a influenzare il come una interazione sessualmente oggettivante venga percepita e, di conseguenza, le intenzioni comportamentali delle donne coinvolte nello scambio. La ricerca sull’oggettivazione sessuale, infatti, ha finora considerato le donne come soggetti passivi e privi di obiettivi all’interno degli scambi sociali con gli uomini. I nostri studi, in realtà, dimostrano che, manipolando l’attivazione dei goal sessuali delle donne, si ottiene un effetto sul come uno scambio sessualmente oggettivante viene percepito e sulle intenzioni a rimanere o lasciare l’interazione. Questo non corrisponde, ovviamente, ad affermare che una relazione sessualmente oggettivante può essere una relazione positiva. Infatti, le donne possono accettare come “normali” questo tipo di interazioni svalutanti in quanto influenzate da norme sociali che favoriscono la disparità di potere all’interno delle relazioni di genere (ad es., il sessismo o una visione patriarcale della società); piuttosto, i nostri risultati evidenziano la complessità legata alla percezione di cosa sia o cosa non sia “oggettivazione sessuale”, intesa come riduzione della persona a oggetto sessuale per il soddisfacimento di fini altrui. Riconoscere che i propri obiettivi o goal sessuali possano modificare la percezione di un trattamento che è deumanizzante solleva nuovi interrogativi sulla natura dei legami intimi e sulla consapevolezza di come le dinamiche sessuali possano influenzare la percezione di se stesse/i e delle altre persone. In questo intricato scenario, emerge la necessità di un approfondimento nella ricerca psicologica per comprendere appieno le sfumature delle interazioni sessuali consensuali e non consensuali. La riflessione su come gli obiettivi sessuali possano plasmare la percezione di trattamenti deumanizzanti offre un punto di partenza cruciale per promuovere relazioni più empatiche, rispettose e consapevoli.

 

Glossario

Oggettivazione sessuale. Forma specifica di oggettivazione per cui la persona (tendenzialmente, nelle società occidentali, la donna) viene percepita come oggetto destinato al soddisfacimento dei desideri sessuali altrui.
 
Auto-oggettivazione. Processo per il quale, soggetti continuamente esposti a oggettivazione sessuale, interiorizzano lo sguardo oggettivante. Può esprimersi in una eccessiva attenzione al proprio corpo e al proprio aspetto esteriore che viene visto come separato dalla propria identità e soggettività.
 
Sguardo oggettivante. Si caratterizza come una ispezione visiva diretta al corpo dell’interlocutore o alle parti sessuali del suo corpo, piuttosto che alla persona nella sua interezza. Rientra nelle forme sottili di oggettivazione sessuale
 
Analisi costi-benefici. Meccanismo cognitivo in cui vengono confrontati i costi e i benefici potenziali di un comportamento possibile, in termini di risorse sia concrete (ad es., denaro) che astratte (ad es., potere, approvazione). I comportamenti che porteranno maggiori benefici rispetto ai costi saranno quelli che verranno messi in atto.

 

Bibliografia

 

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