L’invisibilità delle persone bisessuali e le sue conseguenze
Probabilmente avrete sentito dire: "La bisessualità non esiste!". Tale espressione è un chiaro esempio di come le persone bisessuali siano rese invisibili e fa riferimento al fenomeno della cosiddetta "bi-cancellazione". MacDonald (1981) suggerisce che le credenze comuni rispetto alla bisessualità facciano riferimento al pensare che la bisessualità non sia un orientamento sessuale che esiste davvero e al credere che le persone bisessuali siano confuse rispetto al loro orientamento sessuale (si veda anche Morgenroth et al., 2022). Credenze specifiche esistono anche in relazione a una concettualizzazione binaria del genere (uomo/donna). Se prendiamo in considerazione gli uomini, la loro bisessualità è spesso percepita come una fase temporanea prima di fare coming out come gay. Se ci focalizziamo invece sulle donne, la loro invisibilità sembra essere particolarmente accentuata anche se, in realtà, sono di più le donne a identificarsi come bisessuali rispetto agli uomini (ONS Census, 2020; per dati italiani si veda Barbaglia et al., 2010). Le donne bisessuali sono spesso considerate erroneamente come donne eterosessuali alla ricerca di nuove esperienze, sessualmente promiscue e desiderose di attirare l'attenzione di uomini eterosessuali (Lannutti & Denes, 2012; Morgenroth et al., 2022). Questi stereotipi si estendono a tutte le persone bisessuali che sono spesso percepite come promiscue e il loro orientamento sessuale è principalmente associato a comportamenti puramente sessuali (Zivony & Saguy, 2018). L’invisibilità delle persone bisessuali è quindi, da un lato, motivata dalla percezione che esse mettano in atto comportamenti promiscui che vanno contro la monogamia e le norme legate a una concezione tradizionale della sessualità (es., avere un solo partner, essere fedeli). Dall’altro lato, la bisessualità rappresenta una minaccia sia per le persone eterosessuali che omosessuali in quanto rende meno saliente la distinzione tra orientamento eterosessuale e omosessuale e l’assunzione che una persona sia attratta da un solo genere (Yoshino, 2001). Il rimarcare una visione binaria del genere e dell’orientamento sessuale sta alla base della bifobia (Ochs & Deihl, 1992), ossia il pregiudizio che le persone mostrano nei confronti delle persone bisessuali e che si manifesta attraverso la delegittimizzazione della bisessualità, stereotipi e discriminazione (Bennett, 1992; Flanders et al., 2019). Ma chi ha tale pregiudizio? La letteratura ci mostra che la bifobia è presente sia nelle persone eterosessuali che omosessuali (Hertlein et al., 2016; Doan Van et al., 2019) e questo la rende una forma di "doppio stigma". La maggior parte delle persone bisessuali riferisce che la propria identità e le proprie relazioni sono spesso minimizzate e ciò porta a un senso di vergogna e interiorizzazione dello stigma o a tentativi volti a nascondere il proprio orientamento sessuale (Hayfield et al. 2018). Come conseguenza, le persone bisessuali esperiscono un forte stress (Anderson & McCormark, 2016) e riportano maggiori disturbi d'ansia e depressione, maggiori tentativi di suicidio e abuso di sostanze rispetto a persone eterosessuali e omosessuali (Dyar et al., 2015; Pompili et al., 2014). In Italia, le persone bisessuali riportano di aver interiorizzato lo stigma legato alla propria bisessualità di più rispetto alle persone omosessuali (es., Pistella et al., 2023) e questo, assieme alle esperienze di bifobia, spiega il loro malessere psicologico in termini di ansia e depressione (Scandurra et al., 2020). In generale, le persone bisessuali riportano che la gente ha difficoltà a capire la loro bisessualità e fa spesso riferimento agli stereotipi (Castro & Carnassale, 2019), il che rende loro difficile fare coming out o mostrarsi per chi sono (Gusmano, 2018; Monaco, 2021). Inoltre, le persone bisessuali che riportano di essere maggiormente preoccupate per il proprio orientamento sessuale sono anche coloro che mostrano maggiori livelli di ansia, anche se differenze emergono in base all’età, in quanto le persone più giovani si sentono a maggiore agio con il proprio orientamento sessuale (Fantacci et al., 2023). Ma non è solo la discriminazione che avviene a livello di gruppo o personale che ha un impatto negativo sul benessere psicologico delle persone bisessuali. Rucco e colleghi (2023) hanno infatti dimostrato che eventi politici di impatto sociale come la bocciatura del Disegno Di Legge Zan (2021) – volto a prevenire e combattere la discriminazione sulla base di sesso, genere, orientamento sessuale e disabilità – comportano un aumento dello stigma interiorizzato, ansia e depressione in persone bisessuali. Tutto ciò ci porta a un interrogativo: cosa possiamo fare per combattere l’invisibilità delle persone bisessuali? Alcune associazioni hanno implementato campagne di sensibilizzazione. Ad esempio, dal 2008, la piattaforma italiana BProud mira a decostruire i miti sulla bisessualità e a promuoverne la visibilità attraverso la condivisione di storie di persone bisessuali. Numerose sono le storie di persone che raccontano il loro vissuto e le loro esperienze, ma sul sito è presente anche una rubrica intitolata "BPeople" relativa a persone bisessuali famose. Vogliamo menzionarne una che, a nostro avviso, è esplicativa dello stigma che le persone bisessuali spesso subiscono. Nel 2020 l'attore di "Schitt's Creek" e "I Borgia" Francois Arnuald ha dichiarato di essere bisessuale. Nel raccontare la sua esperienza ha spiegato di aver dovuto "combattere" costantemente contro la continua assunzione che fosse eterosessuale (NBC, 2020). Cosa ci dice questo? Non importa se sei una persona famosa o meno, l'invisibilità della bisessualità colpisce chiunque.
La rappresentazione delle persone bisessuali nei media e i suoi effetti
I media hanno un ruolo importante perché possono dare visibilità o meno a determinati gruppi sociali. L’invisibilità delle persone bisessuali nei media è una questione importante poiché ha un ruolo critico nella percezione e negli atteggiamenti che le persone sviluppano verso la bisessualità e le persone bisessuali (si veda Tralli, 2020), ma anche perché tale rappresentazione mediatica mainstream può avere un impatto sul benessere psicologico delle persone bisessuali stesse (Ross et al., 2018). Secondo il modello della rappresentazione mediatica di Clark (1969), esistono quattro fasi relative alla rappresentazione dei gruppi minoritari nei media. La prima fase è quella dell’invisibilità, in cui il gruppo minoritario non viene presentato. La seconda fase è quella del ridicolo, in cui le persone appartenenti a un gruppo minoritario sono presentate in modo stereotipato e negativo. Nella terza fase, quella della regolamentazione, i personaggi che appartengono a una minoranza sono presentati in modo contro-stereotipato e rivestono ruoli dominanti. Infine, nella fase del rispetto, i gruppi di minoranza e di maggioranza sono rappresentati in modo simile. Per molto tempo la bisessualità è stata ignorata dai media, i quali danno principalmente spazio a relazioni e orientamenti eterosessuali e, a seguire, omosessuali (GLAAD, 2023). Infatti, un'analisi di programmi americani in prima TV del 2001 ha mostrato che, mentre gli uomini gay e le donne lesbiche erano rappresentati nel 7,5% dei programmi TV e tale rappresentazione in alcuni casi raggiungeva le fasi di regolamentazione e rispetto, non vi erano invece rappresentazioni di persone bisessuali (Raley & Lucas, 2006). Ad oggi, la rappresentazione mediatica della bisessualità è aumentata, anche se è più probabile vedere donne piuttosto che uomini bisessuali e le persone bisessuali rimangono una minoranza rispetto quelle omosessuali (GLAAD, 2023). Sebbene ciò possa far sperare in una rappresentazione della bisessualità e delle persone bisessuali in linea con la fase del "rispetto" del modello di Clark, è purtroppo vero che molte rappresentazioni sono ancora fortemente legate agli stereotipi. In particolare, i media ritraggono le donne bisessuali come più sessualmente fluide degli uomini (Johnson, 2016) e gli uomini come confusi rispetto al loro orientamento sessuale (Vicari, 2014). La bisessualità femminile è infatti spesso incentrata su comportamenti sessuali volti a soddisfare le fantasie degli uomini eterosessuali e tale rappresentazione nei media la troviamo fin dagli anni ‘90. Pensate al film "Basic Instinct" (1992). La protagonista, interpretata da Sharon Stone, è bisessuale. Tuttavia, la sua bisessualità è solo di contorno a una rappresentazione della protagonista come femme fatale, ipersessualizzata, lasciva e crudele. Tale rappresentazione è problematica in quanto mantiene l'attenzione su comportamenti sessuali volti a preservare la fantasia degli spettatori maschi eterosessuali e a far credere loro che le donne bisessuali siano sessualmente accessibili agli uomini eterosessuali (Diamond, 2005). Ma questa idea di promiscuità è presente anche nel caso di uomini bisessuali. Nel recente film "Passages" di Ira Sachs (2023) il protagonista Tomas è infatti presentato in modo caricaturale come un uomo bisessuale confuso, infedele e guidato nelle sue scelte da propri desideri sessuali. Altre volte, le persone bisessuali nei media vengono presentate e percepite come omosessuali, poiché la loro attrazione per persone del genere opposto viene minimizzata (de Barros, 2020). Ciò rafforza una visione binaria della sessualità che comprende unicamente le categorie gay/lesbica ed eterosessuale (Elizabeth, 2013) e porta spesso i media a "negare" la bisessualità di una persona famosa quando fa coming out (Magrath et al., 2017). Questa visione binaria dell’orientamento sessuale contribuisce all'invisibilità della bisessualità, dentro e fuori dai media. Nelle serie TV, molto spesso i personaggi bisessuali sono ritratti come confusi sul loro orientamento sessuale e manca una rappresentazione del loro coming out come bisessuali (Corey, 2017; Meyer, 2010). Fortunatamente le cose stanno cambiando, e stiamo entrando in una fase di regolamentazione e rispetto, volendo usare i termini di Clark. Nel 2022, Netflix ha pubblicato una serie televisiva inspirata a graphic novel intitolata "Heartstopper" in cui due giovani ragazzi, Nick e Charlie, si innamorano l'uno dell'altro. In un episodio chiave, Nick dichiara alla madre di essere bisessuale in un coming out che raramente viene rappresentato nei film o nelle serie TV. Inoltre, sebbene rappresentazioni mediatiche negative delle persone bisessuali continuino ad esistere, le rappresentazioni positive sono in aumento. Nel 2023, il film "Red, White, and Royal Blue" mostra una relazione tra un uomo gay (il principe Henry) e un uomo bisessuale (Alex, figlio del presidente degli Stati Uniti) che trova il supporto delle loro famiglie e della società. Ma perché è importante? I media giocano un ruolo cruciale nell’accettazione sociale e riduzione del pregiudizio (Gray, 2009; McKee, 2000). Da un lato, essere esposti a una rappresentazione positiva dalla bisessualità nei media è associata a un atteggiamento più positivo nei confronti delle persone bisessuali (Matsuda et al., 2014). In effetti, le persone che guardano serie TV con personaggi bisessuali formano una associazione positiva con loro che comporta una riduzione della bifobia (Chen & Zhang, 2022). Dall’altro lato, i media hanno un ruolo fondamentale nel favorire o sfavorire il benessere psicologico delle persone bisessuali. Questo può essere particolarmente vero per coloro che fanno riferimento ai media per comprendere gli stili di vita e le culture della propria comunità (Bond et al., 2009; Gomillion & Giuliano, 2011). Il 38,9% delle persone bisessuali pensa infatti che una rappresentazione negativa e stereotipata della bisessualità abbia avuto un impatto negativo sulla loro salute mentale (Johnson, 2016; Mclnroy & Craig, 2017). In particolare, l’esperienza della discrepanza tra una rappresentazione negativa e stereotipica fornita dai media e la propria esperienza personale può causare stress e giocare un ruolo cruciale nell’interiorizzazione dello stigma (Bond, 2015). Al contrario, come suggerito dalla letteratura sull’apprendimento sociale (Bandura, 1977) e sul contatto indiretto (Vezzali & Giovannini, 2012), è possibile notare che rappresentazioni positive della bisessualità forniscono dei "modelli" positivi con cui le persone possono identificarsi e questo facilita la motivazione a fare coming out (Gomillion & Giuliano, 2011). Queste rappresentazioni sembrano essere particolarmente importanti per le persone che si sentono sole e non hanno contatti diretti con altre persone bisessuali (Bond, 2018).
Conclusione
La ricerca psicosociale ha dimostrato che l’invisibilità delle persone bisessuali è presente nella vita quotidiana così come nei media e questo ha un impatto sia sulla bifobia sia sul benessere delle persone bisessuali. C’è chiaramente molta strada da fare! Tuttavia, promuovere rappresentazioni positive nei media è un primo passo per scardinare stereotipi che si sono susseguiti per anni. I media dovrebbero però estendere la rappresentazione a persone Bi+ ossia non solo persone che sono attratte da uomini e donne, ma anche da persone che si identificano con altri generi. Bisognerebbe inoltre dare anche maggiore visibilità alle campagne di sensibilizzazione, come BProud, promosse dalla stessa comunità Bi+ al fine di istruire le persone e ridurre la bifobia. È attraverso un lavoro su diversi fronti che possiamo ridurre l’invisibilità delle persone bisessuali e le sue conseguenze negative.
Glossario
Bi+: termine ombrello per indicare le persone che provano una attrazione emotiva, romantica e/o sessuale nei confronti di altre persone di vario genere. Rientrano in questa categoria le persone pansessuali (attrazione verso le persone a prescindere dal loro genere) e le persone omnisessuali (attrazione verso tutti i generi ma con una preferenza per un genere sugli altri).
Bi-cancellazione: delegittimizzazione e messa in dubbio dell’esistenza della bisessualità come orientamento sessuale.
Bifobia: la paura e il pregiudizio che le persone mostrano nei confronti delle persone Bi+ e che si manifesta in stereotipi, atteggiamenti negativi, cancellazione/negazione della bisessualità, e discriminazione.
Bisessuale: questo termine fa riferimento ad una persona che è coinvolta emotivamente e romanticamente e/o prova attrazione sessuale verso più di un genere (si veda APA: https://www.apa.org/pi/lgbt/resources/bisexual).
Gruppo minoritario: questo termine si riferisce a gruppi che per determinate caratteristiche (es., etnia, orientamento sessuale, religione, nazionalità) rappresentano una minoranza rispetto alla maggioranza della popolazione.
Benessere psicologico: stato di benessere che prevede un umore e uno stato emotivo positivo, livelli di stress bassi, buone interazioni sociali e soddisfazione personale.
Rappresentazione nei media: il termine si riferisce a come i media (es., giornali, televisione, film e serie TV, social media) presentano determinate persone o gruppi e come parlano di essi.
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