Lo stigma sul peso corporeo è una forma di discriminazione diffusa e comunemente accettata (Puhl & Brownell, 2003). L’ideale di magrezza, indice di piacevolezza e successo nella cultura occidentale (Heuer, McClure, & Puhl, 2011), si contrappone all’obesità, che è invece associata a pigrizia, scarsa competenza e volubilità (Himmelstein & Tomiyama, 2015; Puhl & Heuer, 2009).

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“Ho 15 anni e penso che le ragazze della mia età siano esposte a molte più pressioni rispetto ai ragazzi. So di essere una persona intelligente, gentile e divertente, e so che tutti attorno a me continuano a dire che posso diventare quello che voglio nella vita. So tutto questo, ma non penso sia così. Penso che se non riuscirò ad apparire in un certo modo, se i maschi non mi percepiranno sexy e hot, allora sarò una fallita e non ha più importanza se diventerò un medico o una scrittrice, sarò ‘niente’.

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L’inizio del Ventunesimo secolo è stato caratterizzato da una crescente attenzione verso la diffusione delle molestie e degli abusi sessuali, soprattutto verso le donne, e dai tentativi di combattere questi fenomeni (Eurobarometer, 2016). L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Who, 2013) ha evidenziato che, a livello mondiale, circa il 35% delle donne ha fatto esperienza di violenza fisica e/o sessuale da parte di uomini con cui, in molti casi, avevano una relazione intima.

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L’attuale periodo storico è caratterizzato da un crescente numero di persone insoddisfatte dello status quo vigente e desiderose di cambiamenti a livello sociale, economico e politico. Si pensi, ad esempio, agli eventi organizzati recentemente in occasione dei “Fridays for Future”, ai quali persone provenienti da oltre 180 città italiane hanno aderito per chiedere alla politica di mobilitarsi per l’ambiente.

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